Disturbi dell'apprendimento
Con la parola “apprendimento” si fa riferimento a quel processo attraverso cui un individuo impara tutto quanto gli è necessario (informazioni, capacità di comprenderle, abilità fondamentali, ecc.) per interagire in autonomia con il proprio ambiente. Questo processo può essere ostacolato da uno sviluppo anomalo di una o più aree cerebrali deputate; si parla così, secondo un significato più ampio, di “disturbi dell’apprendimento”, che vengono in genere diagnosticati durante l’infanzia e possono essere di grado lieve, moderato o grave.
Durante l’esperienza dell’apprendere a scuola, capita che alcuni bambini incontrino difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di alcune abilità scolastiche fondamentali che, al contrario, i compagni di classe apprendono rapidamente fino a diventare progressivamente degli automatismi. Per questi bambini l’automatismo non avviene o avviene molto più lentamente e il loro lavoro scolastico risulta più lento e difficoltoso rischiando di pregiudicare la motivazione allo studio e il successo scolastico. Perchè ciò non accada sono necessari interventi educativi speciali commisurati al grado di compromissione delle loro difficoltà.
Si distinguono:
Disturbi non specifici dell’apprendimento
Difficoltà ad acquisire nuove competenze non solo relative alla scuola, ma in più ambiti. Le possibili cause alla base di queste difficoltà includono alcune condizioni come:
- disabilità intellettiva
- livello cognitivo borderline
- disturbi del linguaggio
- disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
- autismo ad alto funzionamento
- disturbi d’ansia
- alcuni quadri distimici (depressione cronica di grado lieve)
- patologie di base genetica, ecc.
Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
Questi disturbi, a differenza dei primi, differiscono per la caratteristica della “specificità”, ovvero riguardano in maniera specifica alcune competenze scolastiche, come la lettura precisa e fluente (dislessia), la capacità di scrivere senza errori (disortografia), la grafia regolare e decifrabile usando lo spazio in modo adeguato (disgrafia), la capacità di elaborare i numeri e calcolare (discalculia), in assenza di disabilità, deficit sensoriali, gravi disturbi emotivi o altre condizioni sfavorevoli. Ciò significa che i ragazzi che ne sono coinvolti sono intelligenti esattamente come i loro compagni di classe, ma a differenza loro, non trasformano una o più di queste capacità in automatismi a causa di un funzionamento non ottimale delle aree cerebrali deputate alle specifiche competenze. La vita scolastica di questi ragazzi risulta così lenta e faticosa con conseguenze sull’aspetto psicologico e sulla motivazione allo studio.
Quando si osservano difficoltà scolastiche già nei primissimi anni della scuola primaria (vedi sotto) è importantissimo effettuare tempestivamente una corretta valutazione diagnostica per comprendere se si tratta di disturbi specifici dell’ apprendimento o se la fatica ad apprendere è dovuta a cause di tipo diverso. Riconoscere e inquadrare un disturbo dell’apprendimento il prima possibile, e quindi formulare una diagnosi che possa fornire all’alunno le adeguate misure dispensative e compensative previste dalla legge, riveste un’importanza fondamentale, per consentire il progresso scolastico ed evitare che le difficoltà ricadano in maniera negativa anche sull’autostima e il senso di autoefficacia.
Diagnosi DSA
In Italia la diagnosi di DSA si attiene alle indicazioni della Consensus Conference del 2007 e alla legge 170/2010. A seguito dell’accordo Stato-Regioni le singole regioni hanno legiferato in maniera autonoma e differente sulla materia e sulle modalità per la prima certificazione. In Lombardia gli enti autorizzati a redigere certificazioni di DSA valide ai fini scolastici sono esclusivamente i servizi pubblici di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Ospedali e ATS territoriali) oppure i centri privati accreditati; le équipe di professionisti autorizzati dalle ATS della Lombardia devono essere obbligatoriamente composte da almeno tre figure professionali previste dalla normativa (Neuropsichiatra, Psicologo e Logopedista) che valutano il caso in modo coordinato. I professionisti sono tenuti a seguire l’iter valutativo secondo i criteri previsti dalle linee di indirizzo regionali per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) (DGR 19 marzo 2008 n. 6860), dalla Consensus Conference nazionale per i DSA del 2007 e dal Panel di Aggiornamento e Revisione della Consensus Conference DSA (PARCC) del 2011.
NB: le figure non sanitarie, quali pedagogisti, tutor degli apprendimenti, counselor, ecc., NON possono fare diagnosi cliniche, pertanto nemmeno la certificazione DSA. La diagnosi clinica in Italia è consentita solo a medici neuropsichiatri o a psicologi autorizzati.
Le difficoltà mostrate dal bambino più comuni che indicano il sospetto di DSA e che necessitano di un approfondimento possono essere:
- fatica a leggere in modo fluente o legge commettendo molti errori
- confonde i suoni delle lettere scritte in maniera simile ma orientate diversamente (es. d con b, p con q)
- sembra non ricordare o non comprendere bene ciò che legge
- si rifiuta di leggere ad alta voce
- scrive con grafia incerta o poco comprensibile
- ha difficoltà a scrivere e copiare correttamente lettere e numeri, li scrive orientati al contrario o in maniera speculare (es. LI/IL o 13/31)
- fatica a ricordare le regole di ortografia
- scrive con molte omissioni o sostituzioni di parole
- ha difficoltà a imparare le tabelline
- ha difficoltà ad eseguire correttamente o rapidamente semplici calcoli scritti o a mente
- ha difficoltà ad imparare le informazioni in sequenza (es. ordine alfabetico, giorni della settimana, mesi dell’anno, filastrocche, poesie)
- ha difficoltà a ricordare la propria data di nascita, quella del Natale, ecc.
- si distrae facilmente
- ha difficoltà a mantenere a lungo l’attenzione sul compito scolastico
- disturba i compagni durante la lezione